venerdì 30 gennaio 2009

Calici di fuoco, Smoke on the water e patate a colazione.

Parlo con voi. Vi scrivo. Vi leggo. Vedo le foto in cui mi etichettate rigorosamente. Ascolto le canzoni che mi mandate. Rido con i commenti che mi lasciate. Mi sento quasi come se fossi lì.
Ma sono a 1427 km di distanza.
Mi sento come se non me ne fossi mai andata anche perché fate di tutto per farmi sentire ancora lì con voi, mi raccontate di voi e delle avventure del sabato sera, mi dite com'è andata la vostra giornata e mi chiedete della mia, mi parlate di persone e cose come se semplicemente io fossi andata "un momento di là". Non immaginate come vorrei essere lì, anche solo per un paio d'ore, per condividere un calice di fuoco con Leti e le ragazze, per guardare Toño e Carlitos che giocano a freccette, per fare due passi con Javi, per fare colazione con Carlos e Tiñìn, per giocare un kinito con Juanjo e Isra, per vedere la Rubia che si destreggia tra bicchieri e tappi di Coca Cola, per guardare con la coda dell'occhio Jesùs che sceglie i dischi nel suo angolino, per sentire le battute caustiche di Nacho, magari dopo un concerto dei Buscabarras.
E tutto questo, nonostante la parte genovese dei miei amici sia fantastica. e lo dico sul serio.
Ma io lì ci ho lasciato il cuore. E tante altre cose, che prima o poi passerò a riprendermi.
Para todos los que sois, simplemente, tal como sois.

mercoledì 28 gennaio 2009

la foto di cui si sentiva il bisogno.


l'ho vista e me ne sono innamorata.
E' una di quelle cose che mi rallegrano la giornata.
Le altre sono:
- trovare l'ultimo parcheggio libero a spina di pesce in un piazzale.
- comprare una rivista e scoprire che contiene non uno ma 2 ( si sono sbagliati!!!) campioncini di crema-profumo-cemento di pronta.
- uscire di casa con un brufolazzo sul mento e la pinza dimenticata nei capelli e trovare comunque l'operaio/muratore di buona volontà che ti dice qualcosa ( solitamente qualcosa di lurido, ma pur sempre un complimento in quel momento di scarsa fiducia in te stessa).

martedì 27 gennaio 2009

campanelli, ciabatte e frasi da madre.

Ci sono quelle situazioni di vita vissuta, quei momenti topici, quelle circostanze che tutti abbiamo vissuto e tutti rivivremo, all'infinito, fino alla fine dell'era dell'uomo.
Le situazioni a cui mi riferisco sono, per esempio:

- mettere il tappo al bicchiere invece che alla bottiglia dopo aver bevuto;
- schiacciare più forte i tasti del telecomando quando non cambia canale ( pur sapendo che è un problema di pile scariche);
- stendere la roba appena lavata e accorgersi che l'unica cosa che manca è un calzino;
- suonare il campanello di qualcuno quando si vuole accendere la luce nella scala ( ciò si verifica più frequentemente in caso di rientro a casa lievemente ubriachi).

Se vivete con i vostri genitori, allora ad alcune situazioni sarà abbinata tutta una serie di frasi, che non importa in quale lingua vengano pronunciate e a quale latitudine si verifichino i fatti, ma saranno sempre, invariabilmente le stesse:

situazione 1:

- suona il telefonino che è in cucina, tu ti alzi dal divano e vai di corsa a rispondere, giri l'angolo, entri nella stanza e PEM, il tuo mignolo del piede destro si schianta contro l'angolino in basso della credenza. Lacrime dagli occhi, imprecazioni di dolore, bestemmie opzionali. Tua mamma fa capolino e ti dice "Se non andassi in giro scalza..."

situazione 2:
- Stai cercando qualcosa, non importa che cosa. Non lo trovi.
tu: "Mamma, dov'è X?"
mamma: "Al suo posto."
tu: "Mamma, al suo posto non c'è."
mamma: "Ma hai guardato bene?"

Dai ancora una guardatina, la cosa che cerchi non c'è, quindi ritorni di là.
tu: "Mamma, ho guardato di nuovo, ma non c'è."
mamma:" ci devo andare a guardare io?"

la mamma parte, va a cercare dove hai cercato tu finora, la cosa che cerchi si spaventa e PLOP, compare!
mamma "To'."

lunedì 26 gennaio 2009

otto e mezzo

Stasera sono di umore relativamente malinconico. Non sono ancora a livelli di bar fumoso-blues-bicchiere di bourbon, ma il tempo uggioso ha avuto la meglio sul mio carattere in generale piuttosto solare.
A farmi compagnia ci sono un bel libro che mi aspetta sul comodino e una canzone di Nacho Vegas, una recente scoperta che devo al mio amico Raùl, bluesman, beatlesiano convinto e divoratore di qualsiasi cosa scritta gli capiti per le mani.
grazie.


Y ahora que te oigo llorar En lugar de ir hacia a ti me vuelvo a anestesiar Y me limito a subir el volumen del televisor O me concentro en recordar para no pensar en ti Que tendría que llamar que alguien venga a reparar La gotera de una puta vez Que ya cansé de recoger litros de agua gris Gris como un metal que un día relució y que ahora es suciedad ¿Cómo se hace para amar lo que quise despreciar ya una y mil veces? Seré muy breve: te he perdido y esto duele.

Questi sono i versi finali della canzone che si chiama Ocho y medio, a mio parere una delle migliori compagnie quando siamo un pochino pensierosi e ci piace crogiolarci in questo stato.
Non sempre combattere la malinconia è utile; a volte è meglio aspettare che passi da sola.
Dopotutto, come disse qualcuno, domani è un altro giorno.

domenica 25 gennaio 2009

il ripiano della scrivania

Dio creò il mondo in sette giorni.
E si nota.
Altrimenti, come avrebbe potuto un essere onnipotente permettere che rimanessero enormi spazi di Caos primigenio, peraltro localizzati in gran parte nella mia stanza?
Il ripiano della mia scrivania è il centro nevralgico del disordine ( il Demiurgo farebbe fatica a far entrare tutto nel calderone): vari tipi di penne e matite vagano sparute tra nuvole di fazzoletti di varia consistenza e ripieno, biglietti di ogni forma e colore formano un sottobosco variopinto habitat ideale di forcine per capelli ed elastici vari, cd e libri troneggiano in bella vista sotto una spolverata di candide briciole di cracker, mentre il pc svetta al centro del piano quale imponente Anapurna da camera.
Insomma, c'è casino.
il ripiano della scrivania è dove poso tutto, dove stanno le cose che mi servono, dove qualche volta si perde qualcosa e viene trovata nel momento più insperato.
Un po' come nella mia testa.
anche qui c'è di tutto: immagini, suoni, nomi, visi, dati immagazzinati che a volte per sbaglio vengono spediti nel posto sbagliato e non si trovano che molto tempo dopo.
questo blog vorrebbe essere come il ripiano della mia scrivania e la mia testa: ci si può trovare qualsiasi cosa, e anche se sembra disordinato, tutto ha una sua logica.