lunedì 11 maggio 2009

sole, polline e storie

Dopo un sabato sera molto strano sotto molteplici punti di vista, con risvolti decisamente inaspettati ( alcuni dei quali molto piacevoli...), la mia domenica è stata una vera giornata caricabatterie.
Il risveglio della domenica mattina era dovuto al cantare degli uccellini sugli alberi e ad un ardito raggio di sole che si è insinuato attraverso la mia persiana... Il modo migliore di cominciare la giornata.
Il resto l'ho passato in giardino con i nipotini, tra compiti da finire, calci al pallone, merende da preparare e storie da raccontare.
Come riuscire a preparare la merenda per tutti con due casinisti che ti vogliono dare una mano? La scena che si presentava in cucina era la seguente: Nipot1 addetta al taglio dei biscotti, Nipot2 alla preparazione della spremuta e Fran all'impasto e all'inforno. Risultato: un dito tagliato dal coppapasta, un arancio finito dentro alla brocca intero ( schizzi più o meno per tutto il lavello e oltre) e una bruciatura sulla mano destra per la sottoscritta. Ma bambini contenti e cibo commestibile ( anzi, buono).
Poi ci sono i compiti da finire, con l'Asia da studiare e le date della Guerra Fredda da imparare a memoria. E i disegni di ed. Tecnica da fare e colorare ( che roba utile...)
Ad una persona abituata a vivere da sola questo potrebbe sembrare un modo decisamente noioso di passare una domenica pomeriggio, ma per me no. Nessuno a meno di non averlo provato può capire la soddisfazione di aiutare un bambino ad imparare la storia o la geografia e vedere che mentre tu spieghi la sua mente viaggia, immagina, elabora quello che stai dicendo. La soddisfazione di scoprire che non è il libro di testo, ma quello che racconti tu a risvegliare la curiosità e la voglia di saperne di più. E che i fiumi, i laghi, le date o i luoghi delle battaglie vengono memorizzati in breve perchè un aneddoto o un particolare che tu hai aggiunto formano un collegamento immediato. E poi c'è la soddisfazione dei bambini nell'aver aiutato in cucina ( o meglio: nell'essersi sentiti utili alla comunità, nell'aver fatto materialmente qualcosa per tutti gli altri). Mi piace vedere contente le persone a cui voglio bene. E soprattutto sentire che la "comunità" funziona, così come funzionava quando quella piccola ero io e qualcuno mi raccontava com'era in tempo di guerra mentre ero seduta in cucina a fare gomitoli di lana...

3 commenti:

  1. Ehilà, che risvolti inaspettati potrà mai avere avuto sabato sera? A parte il fatto che eravamo 15mila? :o)

    RispondiElimina
  2. in effetti eravamo mille mila, infatti sono riuscita a parlare con il 2% della popolazione... ma è stata comunque una bella serata... :0)

    RispondiElimina
  3. capisco invece la felicità... i bambini imparano molto di piàùs e si divertono (es. in cucina) e se le cose gli vengono raccontate a mo di favola...cose che le insegnanti dovrebbero sapere ma fanno troppa fatica a fare... brava fra.

    RispondiElimina